Il figlio Sergio
 
 
Nato a Moimacco (Udine) nel 1938, è coniugato  con la roveredana Tina Emmanuele; con tre figli : Andrea, Marco e Pier Paolo.
Conseguita l’abilitazione magistrale nel 1956, si è diplomato Assistente Sociale nel 1960, quindi ha frequentato Lingue e Letteratura all’Università, e due corsi di giornalismo.
Dal 1962 al 1992 ha operato alla Zanussi-REX /Sede  come Responsabile delle Attività Sociali e Ricreative, e impegnato nelle relazioni umane; Segretario generale del Circolo Anziani del lavoro ‘Antonio Zanussi’ e del Gruppo Veterani della Vendita ‘Leo Toffolon’.
Attualmente in quiescenza  dal 1991, abita a Roveredo in Piano /PN in via s. Antonio 10, telefono – fax  0434-94047.
 
Co-fondatore della Pro Roveredo in Piano, e primo Presidente nel 1971 ; dalla Pro gli è stato conferito il premio "Roveredo con te" nel 1996.
Dagli anni Settanta  fa parte della Redazione del periodico "la Voce di Roveredo".
 
A Roveredo ha pubblicato :
1) diverse pubblicazioni per la Pro Loco Roveredo
2) La chiesetta di san Antonio, nel 1991
3) Testimonianze della devozione popolare a Roveredo, 1996
4) San Bartolomeo apostolo, Patrono di Roveredo, 1998
5) Omaggio a Marcellino Del Piero "gimblon", 1999
6) I turcs a Lavoreit 500 àins fa (i turchi a Roveredo, 1499-1999),     1999
7) E in Còdes un volo di colombi: storia dei Franceschetti, 2000        
8) Cjaminant: storia delle strade, nomi e Santi, pindoi e gialut, 2001
9) Nassût a Muimans (nato a Moimacco), 2002
10) Emigrants, in Egitto, Argentina, Venezuela e Canada, con ampie
      notizie sull’emigrazione, 2003
11) sFueis – ricordi e incontri, 2004
12) Poesia, 2005: raccolta completa delle sue composizioni in
      italiano e friulano dal 1949 a oggi, con un omaggio alla ‘nostra’
      lingua friulana.
 
Gli ultimi quattro titoli sono stati patrocinati dalla Società Filologica Friulana, e ‘Cjaminant’  anche dall’Amm.ne provinciale di Pordenone.
    Molte le recensioni relative alle sue pubblicazioni, apparse su diverse riviste e organi di stampa.
 
Inoltre, sempre con i tipi della Tipografia Sartor di Pordenone, ha pubblicato:
- La storia di Dante Lettig, arrotino di Stolvizza, 2001
- La storia della famiglia di Marcella Favretto ved. De Luca, 1990
- Note storiche di Roveredo in Piano (pro manuscripto).
 
Sue poesie (in friulano e in italiano) compaiono in diverse raccolte e Antologie, e in molte Riviste non solo locali; ha anche ricevuto i complimenti della Segreteria di Stato del Vaticano, e della  Accademia Angelica Costantiniana di Lettere Arti e Scienze di Roma.
 
In Zanussi, è  stato presidente del Circolo culturale e artistico  ‘Lorenzo il Magnifico’, Associazione per la cultura, la musica e le arti nel Triveneto.
 
Per diversi anni (anni ‘80-’90) ha operato  in seno all'ANLA Associazione Nazionale Lavoratori Anziani d’Azienda:
    a) Segretario regionale ANLA Friuli V. Giulia
    b) Consigliere provinciale ANLA Pordenone
    c) Presidente del Premio annuale di Benemerenza
        dell' ANLA provinciale Pordenone.
 
Ha contribuito alla nascita dell’ANIOC  a Pordenone (con il
MdL Bruno Filipetto), l'Associazione nazionale insigniti di onorificenze cavalleresche.
 
E’ socio dell'UNIVOC  - Unione nazionale volontari
accompagnatori non vedenti UIC (Unione Italiana Ciechi –Pordenone) , con tessera n. 3781/PN : anno 1997.
 
* A Roveredo in Piano nel 1997 ha fondato il Circolo culturale e artistico intestato al padre, l'artista friulano Antonio Gentilini, nel ventesimo della sua scomparsa: al padre ha anche dedicato diverse mostre retrospettive in suo onore e ricordo, e alcune monografie sulla sua attività artistica.
Dal 1997 è Presidente del Circolo, con  sede  in via san Antonio 10, a Roveredo in Piano, tel/fax O434-94047, e-mail cirgenti@tiscalinet.it; codice fiscale 91038170931.
Il Circolo è iscritto nell'Albo provinciale delle Associazioni aventi sede nel territorio della  Provincia di Pordenone,  nel settore
"a) culturale n. 68".
 
Collabora  con diversi Enti e Circoli culturali e artistici.
 
E’ Consigliere de Societât Filologjiche Furlane (Società  Filologica Friulana) e dal 2002  Fiduciario della stessa a Pordenone (Sede  in corso Garibaldi) .
 
     Membro del Comitato  'pro padre Marco d'Aviano' per  il Comitato  ha organizzato nel 1999 in settembre, un’ampia rassegna d'arte in onore e omaggio del  'beato' , con le opere di una cinquantina di Artisti: esposizione che ha avuto notevole risonanza.
 
 
Nel 2007 è stato insignito dal Presidente della Repubblica con l’onorificenza  di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana : onorificenza conferitagli il 2 giugno nella Sede della Provincia di Pordenone.
 
 
-------------------------------------------------
    ***  Alcuni commenti critici ai suoi libri  
-------------------------------------------------
 
1) Mimose (1987).
Prima opera di Sergio Gentilini, accolta con molto favore sulla stampa e presentata dall'Autore in varie località; Gentilini narra in prima persona ricordi della sua famiglia e della sua fanciullezza, di Moimacco suo paese natale, e poi giochi, divertimenti, preghiere, fatti, e figure caratteristiche che animavano i paesi friulani del dopoguerra; e della scuola, le maestre, gli amici, alle elementari e alle Superiori a San Pietro al Natisone; romanzo autobiografico  in gran parte dedicato alla madre Lucilla Domlari, cui piacevano appassionata di mimose, i fiori che con il loro nome iniziano e concludono l'opera. Molte le immagini e interessanti alcni documenti scolastici del tempo.
    Con queso libro l'Autore ha ottenuto un riconoscimento dalla “Firenze libri” che annualmente bandisce il premio letterario 'L'autore': Mimose infatti è stato inserito nella ristretta cerchia del terzo gruppo di concorrenti (dopo due precedenti selezioni) ammessi alla fase finale. "Le storie, le abitudini, i giochi, la piazza del paese  (scrive Renzo Radice sul mensile nazionale dell'ANLA 'Esperienza' Roma) diventano affresco via via più nitido di una primavera senza tempo... come il profumo delle mimose e delle viole. C'è  evento più straordinario, sensazionale, fantastico degli infiniti frammenti d'anima che l'esistenza in sè racchiude?".
 
 
2) La chiesa di san Antonio (1991).
    Interessante pubblicazione sulla chiesa di s. Antonio in Roveredo in Piano, curato per la Pro Loco e presentato nella chiesa stessa alla presenza di Autorità e di un folto pubblico. Vi si narra la storia della chiesa ivi compresa l'incursione dei turchi nel 1499, la contrada e l'antico borgo di san Antonio, con diverse immagini; seguono ampie note sulla vita (iconografia, miracoli, il  famoso 'Si quaeris' etc.) dei due Santi Antonio, l’abate e di Padova, che compaiono nella pala sull'altare con la Vergine Maria: opera di Gerolamo Asteo (?) restituita al primitivo splendore nel 1988 dal restauratore roveredano GianCarlo Magri.
Nel 1994 durante alcuni interventi di consolidamento e abbellimento (le porte in rame sono del pordenonese Mario Momi) nel coro è stato rinvenuto un pregevole affresco raffigurante la Vergine con il Cristo deposto dalla croce, e ai lati san Giuseppe e san Giovanni il Battista. L'edificio sacro che risale alla fine del 16OO (voluto dalla pia famiglia Franceschetti) sorge nella località dove nel 1499 furono massacrati dai turchi una trentina di roveredani, oltre a un migliaio di persone dei dintorni.
La chiesa è catalogata e sottoposta a tutela dal Centro regionale per la conservazione del patrimonio culturale e ambientale.
 
 
3) Testimonianze della devozione popolare (1996).
    Ampia documentazione, anche fotografica, sui luoghi religiosi a Roveredo in Piano, eretti dalla devota pietà popolare: la chiesa parrocchiale (con le opere artistiche in essa contenute) dedicata a S. Bartolomeo, i molti affreschi devozionali sulle abitazioni,
l' antica croce cimiteriale, la chiesetta di S. Anna, i capitelli (della Madonna del vial, della Madonutha della lovera, di S. Sebastiano), la casa con le tre arcate, la chiesetta del Deposito militare, l'Oratorio S. Pancrazio; seguono le notizie sui vari Santi nominati, e sugli artisti che hanno operato a Roveredo in Piano: Gortanutti, Redivo, Sampaolo, Donadon, Carnessali, Magri, Romich, Marchi, De Lorenzi, Momi, Michelin, Pellarin e A. Gentilini.     
    Simpatico omaggio dell'Autore alla "sua" Roveredo dove vive con la famiglia, questa ennesima sua fatica (che ha trovato ampia eco sulla stampa) "è un prezioso inventario che racchiude un piccolo mondo di storia di arte e di cultura locale".
 
 
4) S. Bartolomeo (1998).
    Approfondita e ampia ricerca sul Patrono di Roveredo (e di molte altre località italiane) san Bartolomeo, il santo apostolo scorticato, martire per la  fede in Cristo: per questa sua opera l'Autore ha ricevuto i complimenti della Curia pordenonese e della
Segreteria di Stato della Città del Vaticano.
    La pubblicazione riporta tutte le immagini in cui è raffigurato il Santo a Roveredo in Piano, ivi compreso il portale in bronzo (di Luciano Carnessali) che riporta la chiamata dell'apostolo e la scena del martirio, nonchè la grande immagine nel soffitto della Chiesa
parrocchiale, opera di Giuseppe De Lorenzi; non solo, ma anche una lunga serie di opere d'arte ispirate all'apostolo, tra queste la famosa statua nel Duomo di Milano.
Ampio il risalto dato dalla stampa anche non locale per questo libro presentato
al pubblico in una serata nell'auditorium comunale di Roveredo in Piano.
Oltre alla vita del Santo, la storia del nome e dei cognomi derivati, i passi tolti dai Vangeli, dal Vangelo apocrifo e dalla Sacra Bibbia del sac. dott. Luigi don Florida di S. Margherita del Friuli (1924); ricca l'iconografia per le feste patronali e per la  tradizionale antica 'sagra' annuale a Roveredo in Piano; le reliquie, le località che portano il suo nome (anche fuori della Diocesi di UD e PN), con molte altre notizie e riferimenti (san Giacomo, santo Stefano, san Vigilio e la Pieve di Palse di Porcia/PN).
 
 
5)  Omaggio a Marcellino ‘gimblon’ (1999).
    L'Autore rievoca una 'figura' molto cara ai ragazzi e alla comunità di Roveredo in Piano (Roveredo 902-Bologna 1921): vi son riprodotti molti suoi scritti in prosa e poesia (episodi della sua vita, figure di Santi cui era devoto), con diverse immagini che lo ritraggono. Per la sua attività e la sua 'bontà' Marcellino 'gimblon' (caratteristico soprannome della sua famiglia) gli era stato conferito (a Natale 1982) il premio Roveredo con te quale "figura esemplare, amata dai giovani, semplice, altruista, profondamente umano; pittore, cantore del natìo loco, sensibile poeta, costantemente attento ai valori dello spirito".
    Il libro è stato presentato ufficialmente a Roveredo in Piano nella chiesetta di S. Antonio dove Marcellino soleva sostare per una preghiera, al ritorno dai suoi lavori nei campi. Allegato al libro, una cassetta con la voce di Marcellino.
 
 
6) I turchi (1999).  
Il volume è stato presentato ufficialmente alla popolazione  il giorno 30 settembre nella suggestiva chiesetta di san Antonio, gremita di pubblico, luogo dove i turchi consumarono l'ennesimo eccidio durante l'ultima loro scorreria in Friuli esattamente 5 secoli fa:  gli 'indemoniatissimi Turci' avevano posto il loro campo base proprio a Roveredo, depredando, incendiando, uccidendo: seminando terrore e morte con distruzioni e violenze, con una crudeltà inenarrabile, e deportando gli inermi abitanti (perfidis turcis capti et abducti fuerunt).
Capitoli del libro: un intervento in lingua friulana di "Pieri Pizul' (don Londero), note sulle scorrerie, la cavalleria turca, le cernide, il campo base dei turchi a Roveredo, l'elenco delle perdite umane (le anime perse) e dei danni subìti famiglia per famiglia : le dettagliate deposizioni dei superstiti ai notai dei Conti di Porcia; quindi il difficile 'dopo', Leonardo da Vinci in Friuli, padre Marco d'Aviano, le diverse memorie in Friuli e un interessante glossario.
La pubblicazione, corredata da molte interessanti illustrazioni, ha ottenuto notevole risalto sulla stampa.
 
 
7) in Còdes... ( 2000).
    Vi si narra la storia della facoltosa famiglia Franceschetti  (di origine veneta, emigrata altrove verso la metà dell'800) che per 5 secoli ha ben operato a Roveredo in Piano; molti i cenni storici anche sulla toponomastica, l'origine della località e del cognome; ricordati i personaggi più importanti della famiglia (meriga, sacerdoti...); note storiche sulla chiesa di san Antonio, il glisiùt della Madonutha e la Casa con i tre archi, sorti per volere dei Franceschetti; con dati storici su S. Augusta 'da Cèneda', S. Floriano e S. Rocco, i Goti, la cèrnida, l'obbligo militare, le attività del tempo, la vicinia, le braide, le mansionerie, e l'antico gioco roveredano dei Pindoi. La pubblicazione, dedicata alla famiglia Busetti (originari del borgo di Còdes, da molti anni emigrati a Inverness in Florida) è corredata con molte e preziose immagini.
    Codes è uno dei dodici antichi borghi roveredani che figura nel tradizionale annuale 'Torneo dei pindoi' con il suo rappresentante in costume marchiato da uno stemma di colore rosso in campo bianco con la figura di un'aquila gotica.
 
 
 
8)  Cjaminant   (2001).  
    Proseguendo nella sua ricerca e documentazione storica della comunità dove vive l'Autore ci parla delle strade di Roveredo (è la parte più corpossa e consistente) con ampie digressioni e note storico-letterarie riferite ai personaggi cui sono intitolate; quindi il significato e la storia dei nomi più diffusi in Roveredo e quello dei relativi Santi con ampie note sulla vita, significato e data della festa; non mancano poi note e riferimenti alle edicole (capitelli, glisiùts e cappelle) e agli affreschi devozionali (i Santi alla finestra: Sans sui barcons) che compaiono ancora su molte abitazioni di Roveredo.
    Quindi la simpatica storia dell'ormai famoso Gialut e quella del tradizionale e antico Torneo dei pindoi a Roveredo.
    Ricco di immagini, insolite e inedite, il volume di 235 pagine, è corredato da ben 500 note e da un'ampia bibliografia: è quasi una piccola enciclopedia della vita artistica, religiosa, sociale, storica e culturale di Roveredo in Piano dove l'Autore risiede con la famiglia. In copertina compare lo stemma di Roveredo, realizzato per la Pro Loco dal pittore Antonio Gentilini (1908-1977).
    Patrocinata dalla Soc. Filologica Friulana e dall'Amm.ne provinciale di Pordenone la pubblicazione è stata presentata ufficialmente nella nuova Sede della Filologica a Pordenone.      "Cjaminant non è un libro, ha scritto don Sergio Zatti, è una enciclopedia (non solo roveredana), è - nell'accezione più nobile del termine - uno 'Zibaldone' cui si potrà sempre attingere con la certezza di non cercare invano qualcosa che non si trova altrove" sottolineando dell'Autore il suo impegno, la sua instancabile operosità, la sua passione culturale e storica, l'arte della divulgazione, l'amore per  il suo paese.    
    Il volume si conclude con una nota sull'attività del Circolo culturale e artistico, nato a Roveredo nel 1997, e sull'artista friulano Antonio Gentilini (1908-1977) cui il Circolo è intestato.
 
 
9) Dante Lettig, l'arrotino (2001).
    Il libro narra la storia dell'arrotino di Stolvizza, Dante Lettig (1939-2002) e costituisce una preziosa quanto affettuosa memoria e testimonianza di questo nobile mestiere: la vita dell'arrotino Dante, uno dei tantissimi della val di Resia, di Stolvizza in particolare dove (per sua iniziativa) sorge anche il Monumento agli arrotini e ben documentato Museo ricco di immagini e di attrezzi di questo antico e umile mestiere.
Corredata da diverse fotografie, alcune molto rare, la pubblicazione illustra la storia della famiglia Lettig, gli avi, il paese di Stolvizza, la festa annuale che richiama da ogni dove gli arrotini,  i Santi protettori, l'arrotino oggi e come si lavorava - girando il mondo, quindi l'abitazione e finalmente l'officina realizzata da Dante e la sua famiglia.
    Il libro è stato presentato ufficialmente a Pordenone domenica 30 settembre 2001 con un grande concorso di pubblico e la presenza dei due Sindaci Barbarino di Resia e Bolzonello di Pordenone: ampio il rilievo sulla stampa anche non locale, per "quest'opera che ricorda e riassume le tante storie degli arrotini che hanno girato il Friuli e il mondo... e nonostante le fatiche e le miserie esisteva una indescrivibile serenità.
    Qualche mese dopo la presentazione del libro, Dante viene investito da un'auto: ricoverato in ospedale, morirà dopo alcuni mesi, a 62 anni di età, il 4 gennaio 2002.
 
 
10 ) Nassût a Muimans (2002).  
    In questa opera opera autobiografica l'Autore ricorda la sua prima gioventù vissuta nel paese natale (Moimacco/Udine), ricordando persone, fatti , amici di scuola e di giochi, e la storia di Moimacco, della parrocchia e della chiesa (decorata dal padre), i genitori: la madre Lucilla di Remanzacco, sarta; e il padre Antonio, pittore e decoratore con un ampio excursus sulla sua attività (pittura di cavalletto e a carattere religioso in moltissime chiese  in Friuli); e poi molte altre annotazioni storiche, i turchi, e personaggi vari, i sacerdoti, la Dottrina, le feste, le processioni, l'Azione cattolica,  e così via: una microstoria ampia e ben documentata, come scrive in una affettuosa recensione Luciano Verona "par cognossi miôr lis vicendis dal lûc di Gentilini, chel de etât verde".
    Patrocinato dalla Società Filologica Friulana il libro è stato presentato nella Sala consiliare del Comune a Moimacco con ampio concorso di pubblico e di autorità; la pubblicazione è stata accolta dalla stampa, con grande favore e risalto.
 
 
11) Emigrants  (2003).        
    Patrocinato dalla Società Filologica Friulana il libro è stato presentato a Pordenone nella nuova sede della Filologica dal V.Presidente SFF dott. PierCarlo Begotti a una in una sala gremita di gente dove eran esposte anche molte immagini e documenti originali riferiti a quanto narrato nel libro.
    Il volume, di 150 pagine, presenta una ricca e inedita serie di fotografie che documentano le quattro storie di altrettante persone
in Egitto, Argentina, Venezuela e Canada; poi dal dato roveredano con precisi dati sull'emigrazione, la narrazione si amplia arricchendosi di ampi
cenni sull'emigrazione in generale, Enti Associazioni e Fogolârs (con la loro precisa nascita e storia), la 'celeste' Patrona Madre Cabrini (e con lei una lunga serie di sacerdoti friulani: Ridolfi, Bonoris, Azzan, Biasotti,  Battistig, e l'udinese mons. Ascanio Micheloni e mons. Otello Gentilini recentemente scomparso), Ellis Island e una nutrita serie di dati e notizie e curiosità, quindi una lunga serie di persone e personaggi che si son fatti onore nel mondo fin'a chi è diventato scrittore da oltre gli oceani; alle donne è dedicato un capitolo a sè stante. Molte le riflessioni e al termine il capitolo su "l'immigrazione e il nostro passato". Molte le note, amplia la bibliografia.
    Presentato anche in diverse località, il libro ha ottenuto molti consensi e tra questi citiamo " Sergio Gentilini narra l'epopea dei friulani in cerca di fortuna all'estero... Il libro ha sicuramente valenze didattiche (scrive un giornalista e docente); ci permettiamo di segnalarlo a quanti nella scuola desiderino proporre agli studenti un percorso storico pluridisciplinare, senza dover ricorrere ad altre fonti, iniziando da un'epoca e da luoghi non remoti da quelli degli allievi... Un excursus vasto dal quale emerge una selva di personaggi, mestieri, eventi, curiosità. Gentilini mette a disposizione del lettore innumerevoli occasioni di interessanti acquisizioni e severe riflessioni, con riferimenti culturali specifici... come la piccola, rara e toccante monografia sulla figura di santa Francesca Saverio Cabrini, patrona degli emigranti. Non mancano occasioni di confronto sul drammatico e attuale fenomeno dell'immigrazione dai Paesi del Terzo mondo e sui problemi dell'integrazione, che Gentilini riporta indicando fonti e opinioni diverse, concludendo con un richiamo biblico : "Non dimenticare che anche tu fosti straniero in terra d'Egitto".
 
 
12) sFueis - ricordi e incontri, 2004    
 
E’ dedicato alla sorella Lucia ‘ zia Luli’ prematuramente e improvvisamente scomparsa  (23.2.1946 - 8.7.2004).
Un settimanale udinese titola “le memorie di un intellettuale;
un’opera che manifesta una trama di ricordi  e di memoria ricca, lucida e ben organizzata… il libro della sua vita di uomo, ricercatore e poeta…. In questi ‘ricordi’ sfilano genitori e parenti, compagni di scuola e insegnanti, e  un’intera selva di personalità della storia della letteratura (Umberto Saba), dell’arte (Orfeo Tamburi, Tranquillo Marangoni) e dell’economia( Antonio e Lino Zanussi)…
l’attività di Gentilini si è sviluppata, assidua e tentacolare, per cinquant’anni in un Friuli apparentemente sonnolento, ma in realtà ricchissimo di istanze e fermenti culturali; così lui ricorda i pittori cividalesi, i poeti amati e conosciuti, gli scrittori, i cultori della marilenghe associati o alternati a storici, artigiani, giornalisti, restauratori. Umanità varia e valida, produttiva… Gentilini è persona che nella sua vita ha dato molto  e anche preso dal mondo della cultura friulana e che continuerà allo stesso modo, arricchendola. Dunque ‘sFueis’ è un punto fermo, ma non crediamo rappresenti un punto e a capo,  perché traspare ovvia un’ampia continuità operativa tra questo lavoro e i precedenti, che consiste semplicemente ne dare e darsi dignità quando si scende sul campo dell’arte e del conoscere”.
Un libro (scrive una rivista mensile di Roma) ‘che a nostro avviso meriterebbe una ristampa presso una grande Casa Editrice’.
 
 
13)  POESIA-2005  
 
E’ la raccolta completa delle sue composizioni  in italiano e in friulano dal 1949 a oggi, dedicata ‘ai miei : poesia, preziosa eredità nella mia vita, da mia madre la poesia del dono, da mio padre la poesia del colore, e il dono della poesia’.
Con illustrazioni  dle padre Antonio Gentilini
“Con queste composizioni ripercorro i momenti più salienti della mia vita, giorni ‘passati’ che profumano comunque…” scritte a San Pietro al Natisone, a Moimacco, a Udine, a Urbino, a Cividale del Friuli, alla Zanussi, e a Roveredo in Piano.
 
Il volume, di 180 pagine, termina come sempre con notizie sul Circolo culturale e artistico ‘Antonio Gentilini’, con l’elenco  degli Autori che hanno scritto dell’Autore, con l’elenco delle Riviste che hanno ospitato le sue poesie.
Le illustrazioni nel testo sono ricavate da opere pittoriche del padre, Antonio Gentilini .
 
Il libro riserva anche un particolare ricordo, grato e commosso, per le sue maestre delle elementari Germana Madrassi di Udine
(+febbraio 2005) e Argia Dorbolò di Vernasso/S. Pietro al Natisone
(+ dicembre 1992).
 
Da qualche recensione sulla stampa: “Un’occasione  per ripercorrere una lunga personale confessione che dalle prime esperienze poetiche si snoda lungo una vita di ricerca individuale  e di lavoro sulla lingua, sulle emozioni e sul modo di rappresentarle… Un libro da leggere con calma e col cuore, con gli occhi di chi ha tuttavia curiosità di condividere la propria sensibilità”.
“La raccolta di versi in italiano e friulano; un percorso lungo 50 anni, impregnato di pensieri di vita ad alta voce… e  nella composizione ‘ Chist furlan’ ha cercato di raccontare l’armoniosità della lingua friulana, la lingua della sua terra natale.”
“L’ultima opera di Sergio Gentilini: versi come ‘ikebana’; componimenti scritti tra  il 1949 e  il 2005, da quand’era un ragazzo alla piena maturità. Emerge subito un’incredibile coerenza: il Gentilini interiore è restato sempre il medesimo, interessato a poche  e semplici occasioni del comporre: la natura che lo rapisce e affascina, la fede che lo rasserena e lo guida, gli affetti incrollabili perché lucidi e sinceri. Ci permettiamo di dsefinire ‘ikebana’ il suo modo di consegnarci  la poesia: eleganza unita a sobrietà, uno sguardo che sommessamente si posa, un mondo interiore che egli vuol aprire al lettore e una mano sempre più esperta che scrive quasi per concludere che comunicare è facile… Profonde e ariose sensazioni e l’amore, che non s’abbassa mai alla sensualità, sempre  innalzato a purissimo sentimento.
Difficile trovare  un autore così poco contraddittorio, così incrollabile nella scelta dei valori, dei modi di scrivere.
… (il dolore) non è un dolore vano e struggente: è invece la descrizione di un vuoto che rimane e fa sì male, ma che unito alla gratitudine per quanto gli è stato dato è occasione per far vivere ancora: tale è l’affetto filiale più alto. “
 
 
 
 
======= Le pubblicazioni si trovano presso l'Autore a Roveredo in Piano/PNdiverse anche presso le Biblioteche civiche di Moimacco, di Venzone, di Cividale del Friuli, di Udine;  a  Pordenone anche presso la Biblioteca del Seminario Vescovile); e a Udine presso la Biblioteca della Società Filologica Friulana, in via Manin 18.  ======
 
===========================